Associazione culturale "La Montagnola"
 Le fontane di Moggio
La fontana storica
E' stata la prima fontana installata nella piazzetta del paese. Fu costruita in Germania, un modello in ghisa, lungo m.1,80 per 20 cm di diametro, pesa circa 100 Kg. Per il 50% della sua lunghezza era confinata nel terreno, mentre era a vista, il troncone comprendente il cappello, e la pesante maniglia a leva che, se sollevata, permetteva la fuoriuscita del flusso d'acqua dalla vistosa cannella. L'uso continuo comporto' la rottura del meccanismo di sgancio e quindi la fontana venne tolta e sostituita con la fontanella attuale. Aneddoti del passato e del presente si raccontano su questa fontana. Un vecchio del paese, tal Nazzareno Fattori, uno dei personaggi di questa frazione, diceva che durante la seconda guerra mondiale (la fontana ormai in disuso era depositata ai bordi della piazza sotto un enorme tronco di castagno, che allora fungeva da panchina) pattuglie di tedeschi accampati nella provincia di Terni, in localita' Valle Favo, visitavano spesso M. Reatino, facendo razzia di generi alimentari ed animali, leggevano sul corpo della fontana le scritte in tedesco ed esclamavano in un italiano stentato ma comprensibile "questa essere nostra, questa essere nostra". Qualcuno rispondeva, ovviamente in stretto dialetto moggiano "se e' vostra rencollatevela e reportatevela via" che significa: "se e' vostra mettetevela in spalla e riportatevela via!". Altro episodio curioso risalente a qualche anno fa: viene chiesto all'azienda servizi municipalizzati di raccogliere i vecchi elettrodomestici e la ferraglia di vario tipo abbandonata all'interno del centro storico, la fontana venne scambiata per una colonna di ferro e avviata al centro di trasferenza di Casapenta. L'associazione si mobilita, vengono avvertiti i dirigenti dell'ASM e dopo due giorni, la fontana ritorna a Moggio Reatino. Il direttivo dell'associazione (previa comunicazione all'Amministrazione Comunale) la custodisce all'interno della sede sociale. Sarebbe bello promuoverne il restauro e ricollocarla nella posizione originale.


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Fontana "Acqua del Passo"
Probabilmente e' stato il primo abbeveratoio per bestie minute realizzato nel territorio di Moggio da manodopera locale su specifica richiesta dei pastori di allora, nel periodo in cui fu costruito l'acquedotto comunale. E' situata a 792 m. di altitudine poco distante dall'omonima sorgente. E' inserita in un contesto naturalistico di straordinaria bellezza. Ci si arriva in un'ora partendo dal paese di Moggio percorrendo il comodo sentiero ricavato sulla vecchia traccia dell'acquedotto. Lungo il tragitto s'incontrano alcune piccole radure piane, dalla coltre scura, sono i luoghi in cui si collocavano le antiche carbonaie in gergo "le piazze". Erano spazi di alcuni metri di diametro di grandezza sufficiente ad ospitare la carbonaia e tutto l'occorrente per il suo allestimento, attrezzi compresi. Una carbonaia a seconda della sua grandezza richiedeva 10-12 giorni di lavoro continuo di giorno e di notte. Secondo tecniche tramandate di generazione in generazione, si accatastava la legna fino a formare la tipica forma tronco-conica con una sorta di camino al centro detto castello. L'enorme catasta veniva ricoperta di foglie e infine una coltre di terra spessa alcuni centimetri costituiva il cosiddetto mantello. Nella superficie esterna venivano praticati dei fori circolari per meglio gestire la combustione, i cosiddetti sfiatatoi o fumarole. La cottura durava 2-3 giorni e richiedeva un'attenzione particolare. Il carbone di legna veniva utilizzato d'inverno per alimentare il braciere nelle case, oppure era sistemato nei sacchi, trasportato a dorso d'asino e venduto nei paesi limitrofi: Papigno, Stroncone, Marmore, Miranda.

Le macchie di Moggio e il carbone in esse prodotto era particolarmente apprezzato, lo dimostra una relazione sulla miniera di Monteleone e ferriera di Terni presentata dal Cit. Scipione Breislak ispettore dei lavori Mineralogici della Repubblica Romana al Cit.Toriglioni Ministro dell’interno stampata il 16 settembre del 1768 che tra l’altro recita testualmente:

...le macchie che somministrano legna dolci atte per le forge e che si potrebbero concedere alla ferriera di Terni esistono nel territorio di Stroncone, e sono le seguenti:

1. Una macchia detta li Monti grandi confinante colle communi di Lugnola e Greccio sufficiente per anni 8.
2. Altra macchia della suddetta Commune di Greccio confinante col territorio di Rieti, ossia Moggio atta per anni 4.
3. Altra in detto territorio si chiama Macchia lungha sufficiente per anni 4.
4. Altra piccola macchia detta Configno confinante con quella di Lugniola, che puo' dare carbone per un anno.
5. Una macchia detta li Monti grandi confinante colle communi di Lugnola e Greccio sufficiente per anni 8.
6. Altra macchia della suddetta Commune di Greccio confinante col territorio di Rieti, ossia Moggio atta per anni 4.
7. Altra in detto territorio si chiama Macchia lungha sufficiente per anni 4.
8. Altra piccola macchia detta Configno confinante con quella di Lugniola, che puo' dare carbone per un anno.
9. Altre spezzature di macchie nel territorio di Moggio, che bastano circa anni 4.

...gli alberi che debbono servire a fare carbone per uso delle forge si debbono tagliare quando sono privi di foglie, e siccome prima di fare il carbone le legna debbono essere seccate, il taglio si finisce in Aprile, e le carbonare si cominciano in Settembre...
Intanto gradite il mio desiderio di servire la patria e vi auguro Salute e rispetto

Scipione Breislak

 

Roma, 30 Frutt.an.VI.Rep...

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Fontana "Fonte Folletri"
E' situata a 805 m. di quota, piu' o meno a meta strada tra il paese e la sorgente. Per tanti anni e' stato il secondo abbeveratoio per le greggi e le mandrie di bestiame allo stato brado, poi ha subito un lungo periodo di abbandono. Nell'estate del 2004 un filo d'acqua e' tornano a sgorgare dalla cannella (ormai un tubo ricurvo). Non e' esagerato affermare che si trova inserita in uno degli angoli piu' belli del territorio: un vero paradiso! Fanno da cornice alberi di quercia secolari, sui rami, non e' raro scorgere scoiattoli intenti a sgranocchiare ghiande e castagne. Con un po' di fortuna e' possibile effettuare incontri "emozionanti" infatti abbondano anche tassi, faine, gatti selvatici, e soprattutto grossi cinghiali con tanto di famiglia al seguito. Si trovano in questa zona tutte le principali essenze arboree, dal castagno all'acero dal carpine al cerro ma anche il leccio il sorbo il ginepro. Se il bosco e' bello il sottobosco e' stupendo, varie specie di funghi, fanno capolino tra i cespugli di licheni e pungitopo. Numerosissime le varieta' di piante sempre verdi, fra tutte fanno bella vista alcune composizioni di agrifoglio ricche di bacche coloratissime.

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La fontana "ncima all'ara" o il fontanone
I vecchi la identificavano in gergo come la "fontana ncima all'ara". Il perche' e' semplice, l'aia in italiano diventa l'ara in moggiano, ossia uno spazio pianeggiante in cui si facevano attivita' agricole. La zona prospiciente la fontana e' associata all'ara, da qui, la fontana "ncima" (sopra) all'ara. Intorno agli anni settanta arrivano a Moggio i primi ternani che affascinati da questo gruppo di case addossate alla montagna acquistano e risistemano alcuni ruderi. Moggio Reatino diventa il loro paese adottivo e alla fontana ncima all'ara si aggiunge l'appellativo di fontanone. La costruzione avvenne nel 1929 nel periodo fascista come riporta l'epigrafe sulla fontana. Un manufatto dalla duplice funzione, da un lato due vascheper abbeverare il bestiame presente (allora) nel paese, dall'altro quattro vasche di forma quadrata di dimensioni piu' piccole costituenti il lavatoio pubblico. Altro particolare da notare e' il muretto eretto alla sommita' della fontana che proteggeva le donne intente a lavare i panni da eventuali cadute o rotolamenti di sassi. Infatti le donne intente a lavare i panni volgevano le spalle alla montagna e quindi volgevano le spalle ad eventuali pericoli di caduta massi. Interessante e' il sistema di canalette ricavate nel cemento che consente di variare il percorso dell'acqua e quindi di soddisfare tutte le possibili esigenze di riempimento delle vasche.

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La Fonte Vecchia
Quando si parla di questa fontana la memoria torna indietro nel tempo. Non sappiamo chi, ne quando venne costruita, di certo e' stata l'unica fonte utilizzata dai nostri antenati tantissimi anni prima dell'attivazione dell'attuale sorgente. E' stata anche la fontana delle nostre nonne quando attingevano l'acqua e poi con la "corolla" e la conca di rame in testa, la trasportavano in casa. Negli anni passati si poteva ammirare questa particolare e pregevole costruzione. Era articolata su due livelli. Nel piano superiore ai bordi della strada comunale c'era il muro della fontana con un tubo di ferro che veniva chiuso con una sorta di lungo tappo di legno "u piu". Alla base, due piccole vasche ricavate con grosse pietre squadrate fungevano da abbeveratoio. Attaccata alla fontana e con essa comunicante c'era una piccola cisterna che permetteva la raccolta dell'acqua sorgiva proveniente dal terreno argilloso sottostante. Quando si doveva attingere l'acqua si poggiava la "conca" sopra il muretto di separazione delle due vasche, che rimaneva in corrispondenza dell'originale canale, si toglieva quindi "u piu'" e un vigoroso getto d'acqua finiva dritto dritto all'interno della conca. Se l'acqua superava un certo livello (sfioro) essa confluiva in una enorme cisterna in pietra situata in un piano piu' basso. Qui ci sono anche i vecchi lavatoi anch'essi in pietra.

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