Associazione culturale "La Montagnola"
 La civilta' Romana
Secondo la tradizione Roma fu fondata nel lontano 753 a.C da Romolo, figlio del dio Marte e di una principessa di Alba Longa. Successivamente, poi, Romolo e i suoi compagni avrebbero rapito le donne sabine per abitare con loro il villaggio appena fondato. A Romolo sarebbero succeduti altri sei re, finche' nel 509 a.C. la popolazione avrebbe cacciato l'ultimo re e instaurato la repubblica. Ovviamente questi racconti sono frutto di immaginazione: tutte le notizie sul primo periodo della storia di Roma sono "indirette" e ricavate da scrittori e storici che le narrarono molti secoli dopo. Non bisogna trascurare poi che i racconti avvennero quando Roma era gia' una delle piu grandi potenze del mediterraneo e tendevano a nobilitarne il passato. Molti particolari sono frutto di invenzione anche se il nucleo della leggenda puo riferirsi a fatti realmente accaduti. cosi puo essere verosimile che Roma derivasse da Albalonga, come la storia del ratto delle sabine puo far intendere una fusione piu' o meno difficile tra, latini e sabini, mentre sono inventate sia la data di fondazione che il nome di Romolo. E noto comunque che gia' alla fine dell'eta del bronzo gruppi di indoeuropei si erano insediati nel territorio a sud del tevere: la zona aperta e pianeggiante era chiamata latius (dal latino latus, cioe' largo) e Latini i popoli che la abitavano. Queste popolazione come quelle dell'appennino, vivevano di pastorizia e di un' agricoltura molto primitiva. Pastori e contadini abitavano villaggi costruiti sulle alture, per ovvii motivi di difesa. In questo contesto si colloca la teoria del prof. Farinacci sulle origini della fondazione di Roma. Egli afferma: che il reatino Varrone, nella sua "De Re Rustica", parla delle popolazioni sabine della Valnerina, come possibili fondatrici della citta' di Roma. Piu' esplicitamente lo storico spagnolo Columella, in "Rerum Rusticarum"; dice: furono i pastori "umbru" della Valnerina, nel periodo della transumanza sui colli laziali, a fondare Roma. Con riferimento al fiume Nera gli Umbri si chiamavano "umbru nahars"; (del Nera) quelli dislocati sulla riva destra, "umbru sab" (Sabini) quelli stanziati sulla riva sinistra. I pastori umbri della Valnerina erano i pastori della riva sinistra della Valnerina perché non c' erano i ponti, allora i pastori erano quelli di questa zona. La transumanza non avveniva al di la' del Nera o del Velino (non c' erano i ponti) veniva praticata nella zona della sabina e precisamente nelle zone dei Prati di Stroncone e Moggio (Moggio paese ancora non esisteva). Gli umbru nahars si spinsero fino all 'Adriatico, fino alle Marche. Allora coloro che erano passati al di la' dal Nera dal ponte del Taro, sotto la cascata delle Marmore a Galleto, fossero gli arditi che avevano la sciabola (francese fabre). Ora dice ancora il prof. Farinacci, i pastori della Valnerina, di cui ci parla Varrone e Columella, non sono altro che i sabini della zone densamente popolate dei Prati di Stroncone e a est/nord-est di Moggio. Romolo e Remo erano figli di pastori della zona di Moggio ed erano figli, non allattati da una lupa, ma erano figli di una lupa. Sul colle Palatino l'archeologo canadese (Garantini) ha fatto degli scavi e ha trovato che le mura di Roma non erano altro che la muraglia del terrazzamento in cui i pagani celebravano i loro riti. Il terrazzamento scoperto dall'archeologo e' lo stesso che si trova a Torre Maggiore tra Terni e Cesi. Su questa muraglia si poteva salire dopo essersi lavati nelle " trosce ". Ci si arrivava nudi, lavati e puliti. Remo entusiasta per aver concluso l'opera di fondazione, salto' sul terrazzamento e il fratello Romolo lo uccise perche' aveva offeso le divinita', in quanto non aveva fatto le abluzioni.
 



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